Il disco in vinile sostanzialmente è una placca rotonda incisa da un solco a spirale. L'incisione può essere su un solo lato anche se generalmente è riportata anche sul lato opposto. L'incisione parte dal bordo esterno del disco e termina in un anello chiuso definito runout o anello infinito. Nel solco è codificata in maniera analogica l'informazione sonora che si intende riprodurre. Le migliori qualità del vinile (PVC) rispetto alla gommalacca ha permesso di ridurre il peso dei dischi, lo spessore dei solchi, diminuire il passo della spirale e abbassare la velocità di rotazione da 78 a 33⅓ giri, ottenendo così una maggiore durata di ascolto che raggiunge circa 30 minuti per facciata nei Long-Playing (LP), con punte massime di circa 40 minuti per lato a vantaggio del contenuto.
Con l'abbassamento dei costi produttivi sono stati introdotti formati diversi. Ad esempio il 16 pollici usato in ambito radiofonico, e con velocità di rotazione differenti come i 16,6 giri al minuto per ottenere una durata maggiore a scapito però della fedeltà del suono. I dischi a 16 giri sono stati stampati per lo più negli anni cinquanta e sessanta e sono stati prodotti per il mercato americano. Le dimensioni di un 16 giri, evidenziato dalla sigla LLP, sono le stesse di un Longplain' a 33 giri (12 o 10 pollici) e la durata della riproduzione è di circa due ore tra tutte e due le facciate. In Italia la produzione di 16 giri è stata decisamente bassa, solo alcune case discografiche hanno prodotto titoli a questa velocità.
I dischi a 78 giri e i primi dischi microsolco in vinile sono monofonici, registrati con il segnale ad un solo canale. Il solco della spirale ha, nel disco monofonico, i bordi simmetrici. Nel corso degli anni l'introduzione di tecniche innovative ha reso possibile incidere nel solco entrambi i canali necessari ad una riproduzione stereofonica. L'incisione del solco è diventata asimmetrica in maniera tale da poter distribuire il suono su due canali, destro e sinistro, mantenendo però compatibilità con apparati mono. Col passare degli anni il sensibile progresso tecnologico nelle tecniche di registrazione ha permesso un affinamento tale della stereofonia che le ha fatto acquisire anche una spazialità sconosciuta almeno fino alla fine degli anni 60. Il suono diventa tridimensionale attraverso tecniche di missaggio e filtri che oltre a fare percepire la provenienza del suono ne definisce anche la profondità, il posizionamento ambientale.
Un timido tentativo di tridimensionalità meccanica del disco in vinile è stata fatta nel corso degli anni 70 ma con scarso successo perchè non si è mai imposto uno standard che codificasse i supporti in vinile per il suono cosiddetto Quadrifonico o Quadrifonia Una specie di Olofonia dove i punti di diffusione da due diventavano quattro, con canali anteriori e posteriori, un po' come il surround.